Nel disegnare la trama delle parcelle ortive ci si è ispirati alle vecchie misure agricole salentine, delineando una superficie complessiva dell’orto pari ad una pezza (che è un quarto del tomolo e misura 567 metri quadrati), suddivisa da percorsi in pietra in diverse aree coltivabili con lati di circa una canna (che corrisponde a dieci palmi cioè 2,64 metri). Al centro dell’orto, sopra la cisterna di accumulo delle acque piovane, è stata realizzata in pietra locale un’aia tradizionale circolare.

Captare l’acqua dall’aria e recuperare quella della pioggia

Il terreno delle parcelle ha una quota di circa venti centimetri, inferiore al piano di campagna ed è circoscritto da piccoli muretti a secco che permettono l’accesso agli orti e la raccolta dei loro prodotti comodamente, senza necessità di calpestare gli ortaggi e il terreno. Con questi accorgimenti, la poca acqua di pioggia disponibile tende a raccogliersi all’interno di queste particelle infossate e i muretti a secco, oltre ad ombreggiare moderatamente il terreno, riescono a captare le arie umide e le nebbie e rilasciare l’acqua condensata

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